Cose che si dimenticano

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Ciò che mi sfinisce degli arrivederci, degli addii, delle mancanze sono i rituali. Quelli rituali che ci imponiamo tutti, chi più chi meno, per essere forti a tutti i costi, perché piangere è passato di moda, non sta bene, anche essere fragili è estremamente sbagliato. 

Quello che è veramente estremamente sbagliato è non darci tempo per metabolizzare il dolore, quel dolore che ci fa girare con una stretta al cuore quando si sente un odore particolare, un viso che somiglia a qualcuno in modo così reale che fa male, una canzone, una melodia, un niente che però. 

Non darci tempo per ricordarci che siamo umani e che abbiamo bisogno del nostro spazio in cui crolliamo e ci stacchiamo in mille pezzettini, in cui ci diciamo che il finale non avrebbe dovuto essere così ma tant’è. 

Mi sfiniscono quei rituali per cui, metti via quello cos’è che possono ricordati di esser stato lasciato a te stesso, nascondi i ricordi in un cassetto che passerà talmente tanto tempo prima che lo riaprirai che quando ritroverai la cosa in questione risentirai tutto sulle tue spalle. 

Quei rituali che comprendono il correre lontano, il fare attività fisica, mangiare meglio e farlo per chiunque tranne che per sé stessi. 

Quello che mi sfinisce è che quando si saluta qualcuno un modo definitivo non ci si ricorda che a fianco, senza nemmeno rendersene conto, si ha la persona più importante della propria vita. 

photo of person s hand holding flowers
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